sabato 20 giugno 2009

COMUNITA' ANABATTISTA

MOVIMENTO: ANABATTISTA-ovvero battezzati di nuovo-(millenarista) , di derivazione Ussita (questo movimento costituisce il legame tra il millenarismo mistico del medioevo e il millenarismo sociale cui si alimenterà il socialismo del XIX secolo;
http://www.mondimedievali.net/Medioevoereticale/anabattisti02.htm

FONDATORI DEL MOVIMENTO : THOMAS MÜNZER (Capo della rivolta contadina tedesca del 1500) KONRAD GREBEL, HANS DENCK, BALTHASAR HUBMAIER.

ANNO DI REALIZZAZIONE: a pertire dal 1520 , la diffusione di queste comunità fu molto rapida, dalla Svizzara e dalla Germania passarono ai Paesi Bassi, all'Italia e a tutta l'Europa orientale.

ORGANIZZAZIONE POLITICA: Comunismo religioso
Per Münzer il regno dei cieli doveva essere la terra. Questa stessa immanenza non era concepita come un ambiente competitivo dove il fatto d’essere individualmente vincitore era interpretato dal puritano come un segno d’elezione, ma come un ambiente collettivo in cui la vittoria della volontà divina implicava la trasformazione della società mediante la restaurazione del comunismo edenico. Se c’era una predestinazione doveva essere quella della classe dei poveri, perché solo in loro poteva splendere “luce interiore” ; se c’era un privilegio, doveva essere quello della loro condizione che li autorizzava a dare una lettura ed una interpretazione autentica di quella regola impossibile dette via al possibile, suprema che si trovava nella parola di Dio. In questo si può vedere, come dice Engels , una aspirazione proletaria alla abolizione delle classi. Per Mannheim questo movimento forma la prima mentalità utopica originata dagli strati oppressi della società: il chiliasmo, ovvero la spiritualizzazione della politica. E’ da qui che si forma la coscienza collettiva in contrasto con la fatalistica accettazione degli eventi o con un intervento provvidenziale. Così l’impossibile dette il via al possibile, Münzer stesso parlò del “coraggio e della forza di realizzare l’impossibile”. Otto Rühle molto tempo dopo scriverà “ Il coraggio dell’utopia” e in questo si esprime tutto l’ottimismo chiliastico dei rivoluzionari.

ORGANIZZAZIONE ECONOMICA: Comunità dei beni
Era obbligo uguale per tutti il lavoro , mancava in questo una genuina tendenza libertaria, nel tentativo di imporre con la forza la comunanza dei beni.




in Casabella n 379 /1973 p. 9 ill.
in B. De Batté e G. Santinolli “Tra il dire e il fare: Utopia e comunità” Atelier Bizzarro- libreria Sileno editrice, Genova 1975; pp.35
in M. Olivares “comuni comunità ed ecovillaggi in Italia” edizioni Malatempora, Roma 2003; pp. 24/26

COMUNITA' DOLCINIANA




MOVIMENTO: DOLCINIANO (millenarista)
http://www.torriste.it/81115.php

COMUNITA' : Apostolici/Dolciniani, una derivazione del francescanesimo .

FONDATORE DELLA COMUNITA’: FRA DOLCINO e FRA UMBERTO

LUOGO REALIZZAZIONE COMUNITA': TRENTINO E VAL SESIA (Italia)

POPOLAZIONE: più di 4000 seguaci di ogni parte d’Italia

ANNO DI REALIZZAZIONE: 1303/1304

ANNO DI ESTINZIONE: (1307 esecuzione di Fra Dolcino) si hanno notizie dei seguaci sino al 1374

ORGANIZZAZIONE POLITICA: Comunismo religioso
l'affermazione di uguaglianza tra maschile e femminile.
Fra Dolcino continuò il pensiero e l’opera di Gherardo Segarelli e degli apostolici. Il contenuto sociale ed economico che esiste, più o meno, in tutti i movimenti religiosi del medioevo, qui si mostra più apertamente. Le valli trentine , già battute dal movimento popolare religioso dei Patarini per tutto il duecento, furono il luogo della prima propaganda dolciniana. Fra Dolcino con Fra Umberto predicavano povertà ed eguaglianza, traendosi dietro contadini ed artieri. Il movimento in alcuni punti ricorda i Catari, gli Anabattisti e i Valdesi, come il ritorno alla vita libera e semplice dei primi discepoli, il nessun obbligo di obbedienza verso alcuno e l’annullamento di preti, frati e pontefici romani eletti dai Cardinali.
Il loro centro comunitario di organizzazione era la CREDENZA (dal verbo credere:credere in qualcosa).

ORGANIZZAZIONE ECONOMICA: Comunità dei beni "comunità carismatica":
Era obbligatorio per tutti lavorare senza alcun privilegio, i beni comuni venivano distribuiti secondo il bisogno di ciascuno.


ORGANIZZAZIONE SPAZIALE: NOMADISMO
Può esistere un monastero, ma esso è già possesso, spazio concluso, i Dolciniani rinunciano a tutto per la libertà, e pertanto diventano vagabondi per incontrare il dio della libertà.



voce Fra Dolcino in http://www.eresie.it/it/id334.htm
in G.Volpe “Movimenti religiosi e sette ereticali- nella società medievale italiana/ secoli XI-XIV” G.C. Sansoni S.p.A. editore, Firenze 1971; pp. 115/125
in B. De Batté e G. Santinolli “Tra il dire e il fare: Utopia e comunità” Atelier Bizzarro- libreria Sileno editrice, Genova 1975; p.34
in M. Olivares “comuni comunità ed ecovillaggi in Italia” edizioni Malatempora, Roma 2003; pp. 24/26

COMUNITA' WALSER

MOVIMENTO: WALSER (di ispirazione millenarista)

PROVENIENZA GERMANICA

COMUNITA' :

FONDATORE DELLA COMUNITA’:

LUOGO REALIZZAZIONE COMUNITA': VALLE DEL SESIA

POPOLAZIONE:

ANNO DI REALIZZAZIONE: a partire dal 1200 circa

ORGANIZZAZIONE POLITICA:

ORGANIZZAZIONE ECONOMICA:

http://www.telealpi.it/walser/presentazione.htm
ORGANIZZAZIONE SPAZIALE:
TIPOLOGIA EDILIZIA:
Modo n.33 1980 ,p. 24, da "la casa dei Walser" di Claudia Donà pp. 23/26





in MODO n. 33 ottobre 1980, C. Donà “La casa dei Walzer” , pp. 23/26

COMUNITA'_UMILIATI

MOVIMENTO: UMILIATI (millenarista)

COMUNITA' : UMILIATI
Il movimento spontaneo degli Umiliati nacque alla fine del XII secolo per opera di tessitori e lavoratori della lana lombardi che desideravano vivere in povertà evangelica.
Si differenziavano in tre grandi famiglie : la prima e la seconda facevano vita comune nelle loro case e la terza viveva secolarmente.

LUOGO REALIZZAZIONE COMUNITA': LOMBARDIA (Italia) .In seguito il fenomeno si diffuse dalla Lombardia in altre direzioni .

POPOLAZIONE: . nel XIII secolo le case umiliate erano poco meno di 400, a Milano se ne contava più di cinquanta e una quindicina nel borgo di Monza.
ANNO DI REALIZZAZIONE: XII secolo

ANNO DI MASSIMA REPRESSIONE : 1184, con le scomuniche dei Vescovi e dei Pastori locali

ANNO DI ESTINZIONE: Il ricco ordine degli Umiliati fu soppresso nel 1571 da papa Pio V.
- alcuni mantennero un atteggiamento eterodosso, scegliendo di confluire nel movimento Valdese - altri, invece, cercarono con successo un'approvazione ufficiale dalla Chiesa cattolica, previo atto d'obbedienza.

ORGANIZZAZIONE POLITICA: Comunismo religioso

ORGANIZZAZIONE ECONOMICA: Comunità dei beni
Obbligo di lavorare sia per procurarsi sussistenza, sia per combattere le “tentazioni della carne”. Più tardi dall’umile lavoro manuale passarono ad una organizzazione quasi capitalistica dell’industria della lana quando i più prestarono obbedienza ai Vescovi.

ORGANIZZAZIONE SPAZIALE: .
I loro monasteri, come nel caso di quello di San Clemente, sorgevano spesso fuori dai centri fortificati.
In genere le case erano comuni: i frati e le suore abitavano nella stessa casa. Altre case erano invece di soli Umiliati o di sole Umiliate. Il numero di persone che vivevano in una casa o in convento non era molto alto ( mediamente 6 ) .


in Marco Sommaria "Valdesi e Umiliati " tratto da: «Ribelli: 1000 – 2000» pag 182 , Ed. Malatempora
in voce Umiliati in http://www.eresie.it/it/id306.htm
in G.Volpe “Movimenti religiosi e sette ereticali- nella società medievale italiana/ secoli XI-XIV” G.C. Sansoni S.p.A. editore, Firenze 1971; pp. 51/61
in B. De Batté e G. Santinolli “Tra il dire e il fare: Utopia e comunità” Atelier Bizzarro- libreria Sileno editrice, Genova 1975; p.33

COMUNITA'_VALDESI




comunità valdese di Riesi voluta dal Pastore Tullio Vinay
Una interessante sperimentazione spaziale di Leonardo Ricci, riferimento progettuale tra il kibbutz e le esperienze partecipate sulla via di Danilo Dolci. 1962 inizio cantiere-arresto cantiere 1968 - complesso non completato in tutte le sue parti come l'ecclesia

MOVIMENTO: VALDESI o Poveri di Lione (millenarista)

FONDATORE DELLE COMUNITA’: VALDO o VALDESIO ( Pietro )

LUOGO REALIZZAZIONE COMUNITA': La diffusione del movimento è rapida. Sorgono le prime comunità
«valdesi» nella Francia meridionale e in Italia, seguite da quelle nella Francia settentrionale, in Spagna, Germania, Svizzera, Austria, Boemia, Ungheria e Polonia.

Oggi i Valdesi sono diffusi in Italia e soprattutto in Piemonte, in Sudamerica , negli USA, in Germania e Svizzera.

ANNO DI REALIZZAZIONE: XII secolo

Nel
XIV secolo, sotto pressioni di vario genere, sparisce il ramo francese. Nonostante le ulteriori persecuzioni del XVI e XVII secolo, il movimento valdese ha continuato ad esistere in Italia e ha fondato «colonie» in America settentrionale e meridionale.

ORGANIZZAZIONE POLITICA: Comunismo religioso
Riformisti prima e rivoluzionari e ribelli poi, respinsero la chiesa politica allontanandosi dal Vangelo, la chiesa come organo gerarchico e il Papato come monarchia assoluta. Essi volevano vivere secondo dottrina evangelica e predicando la bibbia sulle piazze e nelle case, raccolsero intorno a loro molti seguaci, specie contadini e artigiani. Per questo furono lungamente perseguitati. L’ufficio della “Tavola Valdese”, a Roma, rappresenta attualmente l’organo amministrativo delle comunità (Unione delle Chiese Valdesi e Metodiste/ 1975).

ORGANIZZAZIONE ECONOMICA: Comunità dei beni

ORGANIZZAZIONE SOCIALE
Vivevano del loro lavoro come artigiani. Anche oggi le comunità Valdesi pongono questa questione del lavoro manuale, necessario per raggiungere la perfezione ed è obbligatorio per i capi spirituali della comunità

Valloncro'2008 foto di Andrea Zanacchi
"la pastora"foto di Andrea Zanacchi

voce Valdesi in http://www.eresie.it/it/id304.htmvoce voce Valdesi nell' Italia Meridionale in http://www.eres ie.it/it/id609.htm
in G.Volpe “Movimenti religiosi e sette ereticali- nella società medievale italiana/ secoli XI-XIV” G.C. Sansoni S.p.A. editore, Firenze 1971; pp. 51/61 e sviluppo in pp. 71/78
in B. De Batté e G. Santinolli “Tra il dire e il fare: Utopia e comunità” Atelier Bizzarro- libreria Sileno editrice, Genova 1975; p.32
in di Marco Sommaria Valdesi e UmiliatiTratto da: «Ribelli: 1000 – 2000», Ed. Malatempora



in DOMUS n 409 dic. 1963 "nascita di un villaggio per una nuova comunità in Sicilia" di Leonardo Ricci, pp. 5

COMUNITA'_CATARI


MOVIMENTO: CATARO millenarista

PROVENIENZA : Seguaci del più vasto movimento ereticale del Medioevo, originario forse della Penisola Balcanica. Largamente diffusi, tra il sec. XI e il XIII, nell'Europa centro-occidentale, specie in Francia (Albigesi) e nell'Italia settentrionale (dove ebbero anche il nome di Patarini)

LUOGO REALIZZAZIONE COMUNITA': CASTELLO DI MONFORTE, ASTI (Italia)

POPOLAZIONE:

ANNO DI REALIZZAZIONE: XI secolo

ANNO DI ESTINZIONE: XIV secolo (in seguito alla repressione da parte dei militari arcivescovili )

ORGANIZZAZIONE POLITICA: Comunismo libertario religioso
Il gruppo "eretico" di Monteforte era estremamente attivo, tanto che la sua azione, sotto la spinta di poche idee semplici e pratiche, risultò incisiva. Accolse consenso tra i contadini che vi trovarono una giustificazione valida nella nascente ostilità delle popolazioni agricole contro il clero corrotto e spogliatore. Ritenevano peccato grandissimo togliere la vita ad un uomo, anche legalmente e uccidere animali per cibarsene. Praticavano l’astinenza sessuale, respingevano il battesimo e ritenevano fondatori e membri della Chiesa solo gli Apostoli e i primi Martiri. Professavano in stretta connessione con tutto il loro sistema filosofico-religioso, la negazione di qualunque autorità costituita: nella Chiesa di Dio non dovevano esserci né Re né altri Podestà. Una delle ragioni per cui i Patari rifiutavano il Vecchio Testamento, era appunto perché in esso i sacerdoti impugnavano la spada e vi compariva un Dio crudele.

ORGANIZZAZIONE ECONOMICA: Comunità dei beni

ORGANIZZAZIONE SPAZIALE:
La sede preferita da queste comunità non erano le città, ma i castelli e ville rurali, per il bisogno di stare lontano dai persecutori e vicino ai contadini.




voce Catari in
http://www.zammerumaskil.com/catechesi/apologetica/dizionario-delle-principali-eresie.html
in G.Volpe “Movimenti religiosi e sette ereticali- nella società medievale italiana/ secoli XI-XIV” G.C. Sansoni S.p.A. editore, Firenze 1971; pp. 5/22
in B. De Batté e G. Santinolli “Tra il dire e il fare: Utopia e comunità” Atelier Bizzarro- libreria Sileno editrice, Genova 1975; p. 31

COMUNITA'_ESSENI O FIGLI DELLA LUCE

COMUNITA' QUMRAN ( secondo i ritrovamenti del 1947)
Questo sito andò incontro ad una fine violenta nel 68 d.C. ad opera dei romani a causa del loro coinvolgimento nelle sommosse negli anni della guerra che si concluse con il crollo di Gerusalemme


MOVIMENTO: ESSENI o “FIGLI DELLA LUCE” (millenarista)

POPOLAZIONE: al tempo di Gesù erano oltre 4000 e vivevano dispersi in tutto il paese; circa 150 erano quelli residenti a Qumran.

ANNO DI REALIZZAZIONE: secondo alcuni studiosi gli Esseni iniziarono a fondare comunità
già nel 100 a.C. Siria Palestinese

LUOGO DI REALIZZAZIONE: "Filone parla di ...Essaioi che vivevano nella "Siria Palestinese" (Quod Omn. Prob. XII.75), più precisamente, "in molte città della Giudea e in molti villaggi e raggruppati in grandi comunità composte da numerosi membri" (Hyp. 11.1). Alcuni studiosi ed archeologi moderni hanno individuato un insediamento abitato dagli Esseni a Qumran, un altopiano nel Deserto della Giudea lungo il Mar Morto. Mentre la testimonianza di Plinio ("sulla parte occidentale del Mar Morto, lontano dalla costa ... [sopra] la città di Engeda") tende ad essere utilizzata a supporto di questa identificazione, non esiste tuttavia nessun'altra prova conclusiva di questa ipotesi. Tuttavia essa ha finito per dominare la discussione scientifica e la percezione collettiva sugli Esseni."

ANNO DI DISSOLUZIONE: 68 d.C.

ORGANIZZAZIONE POLITICA: Comunismo primitivo religioso
Gli Esseni credevano alla continenza e detestavano la lussuria e, dato che la maggior parte di essi praticava il celibato, per incrementare le proprie comunità prendevano bambini del popolo o orfani e li formavano educandoli alle proprie concezioni . Secondo il principio per cui tutto era comune, una specie di comunismo veniva persino praticato nelle abitazioni, dove gli Esseni vivevano assieme. Si opponevano alla schiavitù ed, essendo pacifisti, anche all’uso delle armi (solo durante la guerra contro Roma il loro spirito guerriero riapparve, lo stesso che lì aveva inizialmente caratterizzati).

ORGANIZZAZIONE ECONOMICA: Comunità dei beni
La comunità era basata sul controllo comunitario dei beni e sulla proprietà collettiva, ma molti lavori venivano svolti al di fuori della comunità perché la produzione collettiva non era sufficiente. Il lavoro era distribuito tra i membri della comunità a seconda delle singole capacità e cioè: contadini, guardiani di pecore, apicoltori, artigiani, etc., un magazzino comune provvedeva poi ai bisogni dei malati e dei vecchi.

Le circostanze che causarono lo sviluppo del primo comunismo sono da ricercarsi nelle condizioni sociali e politiche dell’Impero Romano. Mentre la moltitudine soffriva la fame, si assisteva al lusso, alla ostentazione e alla manifestazione di un declino morale della “classe superiore”. Queste condizioni preparano il sottofondo per il primo comunismo cristiano. Erano frequenti le visioni dell’evento di un Messia che avrebbe portato finalmente fratellanza, giustizia e cooperazione. Questa speranza, portò a vedere in Gesù di Nazareth il redentore. Col passare del tempo questi principi persero molta della loro forza iniziale e alla fine del processo di disintegrazione del primo comunismo cristiano durante il IV e V secolo rifiorì poi il movimento comunitario in Italia (con i “Fratelli Apostolici” o Patari, che si estese in Lombardia, in Spagna, Germania ed altre nazioni),in Francia (col movimento popolare dei Valdesi o “Poveri di Lione”), nei Paesi Bassi (coi Begardi, artigiani e tessitori, che formavano gruppo curando le loro proprietà in comune), e in Inghilterra (i Lollari che costituirono parte attiva della rivoluzione contadina del 1381).
Il movimento raggiunse l’apice nel XV secolo in Boemia con gli Ussiti che fondarono vicino a Praga, Tabor la nuova città rivoluzionaria.
All’inizio del XVI secolo si formò poi il movimento Anabattista che si estese in Turingia, Sassonia , Germania meridionale, Austria, Svizzera, Moravia, Olanda…
ORGANIZZAZIONE SPAZIALE:

in C. Stroppa “Comunità e utopia” Dedalo Libri, Bari 1970; pp.29/36
in B. De Batté e G. Santinolli “Tra il dire e il fare: Utopia e comunità” Atelier Bizzarro- libreria Sileno editrice, Genova 1975; pp.29/30
in M. Olivares “comuni comunità ed ecovillaggi in Italia” edizioni Malatempora, Roma 2003; pp. 23/24

COMUNITA'_BIBLIOGRAFIA






Comunità
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Henri Desroche e Albert Meister “una comunità di lavoro della regione parigina”, pp.172, ed. Comunità, Milano 1960 Henri Desroche “gli Shakers americani”, pp. 322, ed. Comunità, Milano 1960
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Jan Martin Bang "Ecovillages - a practical guide to sustainable communities", pp.284 ill. col., New Society Publishers, Gabriola Island, Canada 2005
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alcuni quodidiani e allegati
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Alessia Gallione "Condominio all'olandese"in D de La Repubblica 25 novembre 2006, p.84/92
Ritanna Armeni “Com'erano belle le "Comuni" negli anni '70 (Lo dico perché è vero, non per nostalgia)” in Liberazione 14 dicembre 2006, pp.1 e 12
Marzia Mencarelli "la famiglia, la Comune" in Liberazione 17 dicembre 2006, p.11
Giuliana Zoppis "Esperimento cohousing" in D de La Repubblica 7 aprile 2007,p 81/92
Emanuela Audisio “Anno zero, istruzioni per l’uso ” (Utopia Experiment),in La Repubblica domenica 6 maggio 2007, p.32
Bérénice Debras “Nel paradiso degli anarchici” in D de La Repubblica 13 maggio 2006, p.114
Jenner Meletti "Elfi, sognatori e anticapitalisti ecco le comunità delle utopie", in La Repubblica venerdì 18 maggio 2007, p. 39
Andrea Debenedetti "Com'è verde il mio (Eco) Villaggio" in Donna de La Repubblica 27 settembre 2008, pp.157/162
Maria Novella De Luca "La seconda vita delle comuni, trent'anni dopo sono ecovillaggi", in La Repubblica giovedì 28 luglio 2011, p.23
Carlo Petrini "La malgara degli elfi" , in La Repubblica domenica 14 agosto 2011, p. XI
Daniele Castellani Perelli " Mulino Bianco, Christiania" in Donna de La Repubblica 3 settembre 2011, pp.120/126
Ivan Carozzi "Chi salverà la casa del mago?" in Donna de La Repubblica 17 settembre 2011, pp.189/192

alcuni settimanali e mensili
Corrado Incerti "Nella Città condannata a morte", in L'Europeo n.16 16 aprile 1976, p.56/62
Ettore Lolli "Nel paradiso degli Hippies vive felice persino un orso", in Famiglia Cristiana, n.18 2 maggio 1976, p.42/43
Enzo Caffarelli "La Comunità agricola di Gradara - comincia una reazione a catena" in il delfino n. 5 settembre 1978, pp. 5/10
Enzo Caffarelli "La comunità in Val Camonica" in il delfino n. 6 novembre/dicembre 1978, pp. 12/14
Lucio Soave " La Comunità terapeutica di S. Andrea"in Il delfino n.e marzo/aprile 1979, pp. 6/8
Roberta Sarugia "Spring Valley, dove tutto è di tutti e il vangelo è legge"in Tu 11 maggio 2010, pp. 12/14


alcuni numeri della rivista Comunità
Geno Pampaloni “La Comunità di Boimondau”, Comunità n.6/1950,p.4
E.A. Gutkind “La fine delle città – la nascita delle comunità”, Comunità n.9/1950,p.44
Geno Pampaloni “Cronache delle comunità di lavoro francesi”, Comunità n.17/1953,p.5

alcuni numeri della rivista Domus
"Visita ad Arcosanti" n.569/1977, pp.16/17

alcuni numeri della rivista CHE
Filippo Alison "Arcosanti" n.5/6 1977, pp.25/27

alcuni numeri della rivista Spazio & Società
Marcel Smets “Lo "spazio comune" come astrazione formale ”, Spazio & Società n.9/1980, p.77
Giancarlo De Carlo “Sharon Temple e la purezza L’architettura di Sharon è limpida, sicura, diretta, non contaminata da estranee ingerenze (...). Viene fatto di pensare come l’architettura potrebbe essere pura oggi, in un’epoca in cui la sola realtà è il conflitto, in cui - d’altra parte - la cattura del consenso è cosi strisciante da rendere possibile l’astuzia di fabbricare simulacri di purezza con linguaggi inquinati, spazi inutilizzabili, materiali impropri, tecniche che falliscono nelle miserie dell’imperizia” Spazio & Società n.11/1980, p.2
Mario Rovere “Via Morigi 8, 20123 Milano Dall’occupazione all’affermazione sociale: all’inizio la casa era solo il ‘contenitore’ di un gruppo che voleva fare una certa esperienza: ora è diventata la struttura portante del gruppo degli attuali abitanti ” , Spazio & Società n.12/1980, p.20
Peter Prangnell “Gli Shakers, le leggi e una stufa esplosiva Una comunità religiosa del secolo scorso, gli Shakers, ha trasformato la propria etica in severa abitudine pratica, attraverso le Leggi Millenaristiche. Quello che era convinzione religiosa è maturato come modo di vivere quotidiano: le leggi si sono materializzate nella struttura domestica”, Spazio & Società n.17/1982, p.68
Edo Bricchetti ”Crespi d'Adda. Un villaggio operaio fine ottocento Il villaggio operaio di Crespi d’Adda è la realizzazione urbana del sentimento ideale che legava padronato (famiglia Crespi) e mano d’opera del cotonificio industriale lombardo nel secolo scorso. Analisi del tessuto storico, urbano e sociale nella vicenda del paese e dei suoi abitanti ”, Spazio & Società n.19/1982, p.58
Michael S.A. Dechert ”Un paradiso provvisorio. La comunità mennonita-amish di Lancaster, Pennsylvania” , Spazio & Società n.51/1990,p.58
Conrad Thake “L'uso politico dello spazio”, Spazio & Società n. 53/1991 p.72
Michael S.A. Dechert “Un paradiso provvisorio 2 (Amish)”, Spazio & Società n. 53/1991 p.108
Michael S.A. Dechert “La comunità di Ephrata. Un esperimento utopistico americano d'ispirazione anabattista e rosacroce”, Spazio & Società n.54/1991, p.70
Claudio Gambardella “Spazi di guarigione. La comunità Saman a Lenzi”, Spazio & Società n.59/1992, p.6
Massimo Imparato “intervista (impossibile)a Godin” , Spazio & Società n.90/2000,p.58

alcuni numeri della rivista Parametro
numero monografico “America nomade”, Parametro n.36/1975,pp.4/29
numero monografico “vivere ad Arcosanti”, Parametro n.25-26/1974,pp.4/27
numero monografico “le comuni del vecchio mondo”, Parametro n.57/1977,pp.4/43

alcuni numeri della rivista Abitare
Marco Fumagalli “le comuni conosciamole meglio”, Abitare n. / p.83
Franco Ziglioli “una comune, il Guado”, Abitare n. / p.84

un numero della rivista Lotus international
Vierei Quilici “La comune d’abitazione da modello della mitologia comunitaria a modulo produttivi” in Lotus n 8/1974 pp.64/91
L.e O.O. Ungers “Le Comuni del nuovo mondo” in Lotus n 8/1974 pp.92/95
Wolf Gerischer “Anti-industrializzazione: come cercarsi un ambiente con le proprie mani rimettendo in ciclo prodotti industriali” in Lotus n 8/1974 pp.185/188


siti

UTOPIA_BIBLIOGRAFIA


















Utopia
Maria Luisa Bernieri (o Berneri) “Attualità delle Utopie”pp.330/336, in Volontà n. 6/7 1949
Karl Mannheim “Ideologoia e utopia”, pp.351, ed. il Mulino, Bologna 1957
Martin Buber “Sentieri in utopia”, pp.172, ed. Comunità, Milano 1967
Thomas A. Reiner "Utopia e urbanistica", pp.227, ed. Marsilio, Padova 1967
Leonardo Benevolo “Le utopie del secolo XIX” cap. in Le origini dell’urbanistica moderna, pp.61/175, ed. Laterza, Bari 1968
Lewis Mumford “Storia dell’utopia”, pp.210, ed. Calderini, Bologna 1969
Pierluigi Giordani “Il futuro dell’utopia”, pp.141,ill.e foto, ed. Calderini, Bologna 1969
Claudio Stroppa “Comunità e Utopia”, pp.499, ed. Dedalo, Bari 1970
Françoise Choay “La città. Utopie e realtà”, vol. I e II pp.457, ed. Einaudi, Torino 1973
Massimo Baldini “Il pensiero utopico”, pp.274, ed. Città Nuova, Roma 1974
Otto Rühle “Il coraggio dell’utopia” (a cura di Henry Jacoby), pp.268, ed. Guaraldi, Firenze 1972
Rita Cirio e Pietro Favari (a cura) "Utopia rivisitata", pp. 283, ed. Bompiani, Milano 1974
Maria Luisa Berneri “Viaggio attraverso Utopia”,pp. Archivio Famiglia Berneri, (1950)Pistoia 1981
AAVV. "la cittàdell'utopia", pp.291, ed. Scheiwiller, Milano 1999
Salvatore Santuccio “L’utopia nell’architettura del ‘900”, pp.109, ill.e foto, ed. Alinea, Firenze 2003