mercoledì 28 settembre 2011

COMUNITA' BINEFAR

MOVIMENTO: Anarchico Spagnolo (semimillenarista)

COMUNITA’: BINEFAR

LUOGO DI REALIZZAZIONE: provincia di Huesca (Spagna)

POPOLAZIONE: Binefar contava 700 famiglie collettiviste e 100 individualistiche. Gli individualisti potevano aderire alla comunità quando si convincevano dei risultati migliori del lavoro comune.

ANNO REALIZZAZIONE: 1936

ANNO DI DISSOLUZIONE : 1939 circa (in seguito l'avanzata nazionalista pose fine alla collettivizzazione).

ORGANIZZAZIONE POLITICA: anarchismo
Le collettività si occupavano di tutto quello che comprendeva l'attività sociale. Una Commissione Amministrativa, costituita da un presidente, un tesoriere, un segretario e due consiglieri amministrava tutte le attività tenendo aggiornati i conti di ciascuno. Altri due membri della collettività erano incaricati del controllo generale del lavoro. Le sezioni specializzate (metallurgici, muratori, braccianti, etc...) si riunivano separatamente ed esaminavano i problemi della loro categoria. La Comissione Amministrativa li convocava quando era necessario. Il principio giuridico della Collettività era completamente "nuovo". Non era né il sindacato, né il municipio (nel senso tradizionale) e neppure il municipio medioevale. Era, tut tavia, più prossimo allo spirito comunale che a quello sindacale, era cioè una organizzazione libertaria in cui ciascuno dava secordo sua capacità e riceveva secondo il suo bisogno.

ORGANIZZAZIONE ECONOMIC A: cooperativistica regolamento approvato dall'assemblea popolare:
Art. I - Il lavoro sarà eseguito da gruppi di dieci persone. Ciascun gruppo nominerà il suo delegato. Il delegato dovrà organizzare il lavoro e mantenere l'armonia necessaria fra i produttori e potrà, in caso di necessità, applicare le sanzioni votate dall'assemblea.
Art. 2 - I delegati dovranno presentare ogni giorno alla conimissione dell'agricoltura un rapporto sul lavoro fatto.
Art. 3 - Nell'assemblea generale della comunità di Binefar sarà nominato un Comitato Centrale, composto da un membro di ciascun ramo della produzione; il Comitato renderà conto, nell’assemblea che si terrà ogni mese, del consumo, della produzione, e darà notizie delle collettività nel resto della Spagna e degli avvenimenti spagnoli e stranieri. "
Art. 4 - Tutti i dirigenti per il lavoro della Collettività, saranno eletti dall'Assemblea generale dei collettivisti.
Art. 5 - Ogni aderente riceverà una nota dei beni da lui apportati alla Collettività.
Art. 6 - I membri della Collettività, senza eccezione, avranno stessi od i medesini doveri. Non potranno essere obbligati ad iscriversi all'una o all'altra organizzazione sindacale. -Basta accettino completamente lo decisioni prese dalla Collettività.
Art.7 - I fondi dell'attivo non potranno essere ripartiti. Faranno parte del patrimonio Collettívo. Gli alimenti saranno razionati; se ne serberà parte, in previsione di malannata agricola.
Art. 8 - quando le circostanze Io esigano -- ad esempio, per alcuni 'lavori agricoli urgenti -- la Collettività potrà far lavorare le compagne…
Art. 9 - Nessuno lavorerà prima dei -quindici anni. Trattandosi di lavoro pesante l’età stabilita è di 16 anni.
Art. IO - Per quanto concerne l'organizzazione della Collettività e l'elezione periodica della Commissione Amministrativa, le Assemblee prenderanno ledecisioni necessarie.
Solidarietà e mútuo appoggio erano le norme fondamentali delle Collettività agrarie. Nelle Federazioni comarcali era assicurato il diritto alla vita, con l’ammasso comune e le Casse di Compensazione. Binefer, che scambiava i prodotti con i suoi 32 villaggi, distribuiva le merci nei. Magazzini municipali. Vi erano le cooperative del vino, del pane, dell'olio, dei tessuti e mercerie, tre latterie,tre macellerie, un magazzino di ferramenta ed uno di mobili. Il pane, l'olio, le cure mediche e la casa erano gratuiti. Il resto si acquistava col salario adeguato al numero dei componenti della famiglia.





in B. De Batté e G. Santinolli “Tra il dire e il fare: Utopia e comunità” Atelier Bizzarro- libreria Sileno editrice, Genova 1975; pp.78/79

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